Certamente i primi abitanti del borgo, sorto su un cucuzzolo roccioso, dovettero fare molta fatica per approvvigionamento dell'acqua, sia per la mancanza di sorgenti in loco, sia per la difficoltà di costruire pozzi.
Di questi ultimi si conservano poche tracce, ne esiste uno al civico 24 di via Caterina Moriggi; mentre più numerose sono le cisterne per raccogliere l'acqua piovana, costruite nelle vicinanze delle abitazioni.
Una prima svolta si ebbe con l'avvento del Monastero delle Romite Ambrosiane nella seconda metà del 1400, che, in una grande cisterna ancora oggi esistente, "raccoglievano le acque piovane che filtravano dalle venature della roccia sovrastante".
L'acqua, oltre a soddisfare le esigenze del Monastero, fatta fluire in una grossa vasca in pietra situata sotto il portico del Santuario, veniva erogata a quanti ne facevano richiesta.
Si racconta che la beata Giuliana passasse giorni e notti intere a porgere l'acqua ai numerosi pellegrini.
Il borgo iniziò ad espandersi, aumentarono gli abitanti, e l'acqua incominciò a scarseggiare.
Con l'avvio dei lavori per la costruzione del Viale delle Cappelle nel 1604, "né v'essendo acqua sopra il monte" — e trasportarla da lontano incideva notevolmente sulla spesa — si decise di costruire un acquedotto che dal Campo dei Fiori portasse l'acqua fino alla Prima Cappella.
Complicato e difficile, in questo scenario mondiale di inquietudine e timore, il pensare che ci stiamo di nuovo avvicinando al clima festoso del Natale e del Capodanno: ciascuno raccoglie in sé lo sgomento per i tanti fatti di violenza che accadono sul pianeta, alcuni a noi molto prossimi. Ben sappiamo che la difesa delle nostre radici, della nostra identità culturale, deve essere assolutamente ferma, nel dovuto, consapevole rispetto per chi, nella pace, è diverso. Penso al nostro Sacro Monte e a quello che, come Associazione, abbiamo individuato essere, per il presente e per il futuro, IL NOSTRO PRESEPE: la imponente e dolce scultura in terracotta raffigurante la NATIVITA’ di Angelo Maineri. L’opera, situata appena sopra la stazione a monte della funicolare, sulla via Sommaruga, venne donata dal maestro al nostro Sodalizio nel lontano 1997. A distanza di tanti anni, questa preziosa e straordinaria Natività richiedeva un accurato restauro, il rifacimento del basamento e una protezione dalle intemperie che la avvolgesse con un velo trasparente.
Alcuni momenti dell'evento racchiusi in un album fotografico