Laura Marazzi, ex conservatrice del museo Baroffio, protagonista del grande “happening” digitale su Twitter, Facebook e Instagram a Castiglione Olona
“Con la concordia le piccole cose crescono, con la discordia le più grandi sfumano” scriveva Sallustio nel Bellum Iughurtinum e la concordia che regna al Museo di Castiglione Olona ha dimostrato che questo principio è vero: le imprese riescono se i cuori battono all’unisono. Parliamo della brillante performance realizzata nei giorni bui del lockdown da Laura Marazzi, conservatrice e responsabile dei servizi educativi del Museo della Collegiata con il sostegno e la partecipazione del parroco don Ambrogio Cortesi e del direttore Dario Poretti. Per due mesi, dal 17 marzo al 17 maggio, la paura del contagio e l’obbligo di stare in casa si sono trasformati in un grande “happening” digitale d’arte, fede e letteratura che ha idealmente raccolto intorno alla Collegiata migliaia di “navigatori” Twitter, Facebook e Instagram da tutta Italia. Una originale iniziativa da cui è nato un libro che sta andando a ruba.
Laura Marazzi la conoscete tutti. Storica dell’arte, collaboratrice della Pinacoteca di Brera e bravissima comunicatrice, è stata per quindici anni conservatrice e responsabile dei servizi educativi al Museo Baroffio del Sacro Monte, al suo attivo conferenze, donazioni, restauri, diari, guide e libri d’arte da lei stessa curati, attività museali per bambini e famiglie e un grande feeling con il pubblico. È il medesimo ruolo che ora svolge al Museo della Collegiata. Entrambe le sedi sono rimaste chiuse, come tutti i musei d’Italia, nei giorni dell’epidemia, quando il numero dei ricoveri saliva di ora in ora in tutta la regione, i reparti ospedalieri di terapia intensiva non bastavano ad accogliere i malati gravi e i camion carichi di bare sfilavano nelle strade di alcune città.
Buon 25 aprile.
Il sole era già alto quella mattina e brillava come non mai nel cielo azzurro e terso.
Il Sacro Monte, sotto quei raggi vividi, aveva un che di magico.
Eppure era sempre lì, al suo posto.
Lo vedeva ogni mattina, appena sveglia; il suo sguardo lo raggiungeva come fosse un inconscio appuntamento con un innamorato.
Carissimi Soci,
il periodo che ci troviamo a vivere è insieme tragico e surreale: chi avrebbe mai pensato che, nel 2020, saremmo stati catapultati in un mondo congelato, in balìa di un nemico invisibile ma letale, che ci costringe a casa (se siamo fortunati e restiamo sani) e sconvolge le nostre abitudini, con tanto tempo a disposizione? L'unica speranza è che tutto questo tempo in più ci aiuti a riflettere e a distinguere le vere priorità, a capire cosa è davvero importante e necessario, e cosa è invece futile, dispersivo, persino dannoso. Sarebbe un buon punto di partenza per quando riprenderemo la nostra solita vita, anche se non proprio subito e non proprio come prima. Ne gioveremmo tutti, la nostra società, il mondo intero. Utopia? Forse. Ma la speranza c'è ed è concreta.