Non c’è luogo più delizioso della propria casa, diceva il poeta Ovidio (nullus est locus domestica sede iucundior) e Chiara Ambrosoli, 67 anni, psichiatra e segretaria della Società Storica Varesina, è perfettamente d’accordo: “Il Sacro Monte per me è sempre stato un prolungamento della casa. Quando da bambina tornavo dalle vacanze e ne scorgevo in lontananza il profilo che annunciava i rilievi prealpini mi sentivo felice. La storia di Varese e la medicina sono sempre stati le due mie grandi passioni - la scienza di Ippocrate addirittura una tradizione di famiglia a partire da un bisavolo laureato a Pavia - e ho potuto coltivarle militando nell’associazione che dal 1953 raggruppa i ricercatori di storia locale”.
Parlando agli Amici del Sacro Monte su invito di Ambrogina Zanzi, la Ambrosoli ricorda che la montagna sacra sopra Varese è stata spesso oggetto di studi dell’associazione di cui fa parte. Nel 2005 la Società Storica Varesina organizzò un convegno sull’età medievale e pubblicò gli atti nella Rivista numero XXIV con l’introduzione dello specialista Alfredo Lucioni, docente alla Cattolica di Milano. “Fu un atto dovuto – spiega – per celebrare la proclamazione di S. Maria del Monte patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2003 e la ricorrenza dei quattrocento anni della Via Sacra nel 2004. Altri contributi hanno indagato la vita di Caterina da Pallanza e delle prime donne salite al monte in eremitaggio mentre a Leopoldo Giampaolo, il fondatore dell’associazione, si deve lo studio dei manoscritti del ‘500 e il primo censimento catastale di S. Maria del Monte”.
Chiara Ambrosoli è in pensione da alcuni anni. E’ autrice di una lunga serie di articoli di storia della medicina scritti a quattro mani con Giuseppe Armocida, psichiatra, medico legale e presidente della Società Storica Varesina. Il padre Luigi Ambrosoli (1919-2002) fu un grande studioso del Risorgimento, della Resistenza e dei movimenti politici italiani, biografo di Carlo Cattaneo per i Classici Mondadori e autore di una preziosa Storia di Varese. La figlia è cresciuta con Silvia, primogenita del critico letterario Dante Isella che un’amicizia fraterna, nata sui banchi del liceo classico Cairoli, legava al papà. “Dante Isella veniva spesso a casa nostra e lo chiamavo zio – ricorda - era una figura di famiglia, unita a mio padre da una comunanza d’interessi intellettuali senza secondi fini”.
Da giovane Chiara è stata testimone dell’attività amministrativa del padre (fu consigliere comunale e assessore all’urbanistica di Palazzo Estense fino al 1980) e dei progetti editoriali che condivise con Piero Chiara, Vittorio Sereni, Guido Morselli, Domenico Bulferetti e Franco Gandini, dell’attività giornalistica per Tracce e Lombardia Nord/Ovest organo della Camera di Commercio, di cui era membro del comitato di redazione. E conserva nella biblioteca di casa decine di recensioni, saggi, documenti storici e interventi d’attualità che Luigi pubblicò sugli organi di stampa locale: “E’ possibile che un giorno – promette - la famiglia pensi a riunire gli articoli in un libro”.
Dall’osservatorio di segretaria degli storici varesini (“ho conosciuto personalmente anche il direttore Leopoldo Giampaolo – dice – quando era già molto malato”) osserva che “in passato alla storia locale non era riconosciuta la stessa dignità della storia maggiore e veniva spesso liquidata come celebrativa e aneddotica, ma oggi ha guadagnato la considerazione che merita. È un veicolo di promozione del territorio e assume a volte un ruolo di denuncia dei problemi d’attualità, come il recupero della caserma in piazza Repubblica e del castello di Belforte”.
Orgogliosamente la Società Storica Varesina non ha mai voluto accettare finanziamenti esterni e vive, o sarebbe meglio dire sopravvive, delle quote annuali versate dai settanta soci, trenta euro l’anno, che danno diritto a ricevere la Rivista diretta da Marco Tamborini. “Talvolta, per motivi economici, abbiamo avuto problemi a fare uscire la Rivista con cadenza regolare – ammette – ma dal 2008 la pubblicazione esce regolarmente ogni anno. Certo, trovare nuovi soci sarebbe una boccata d’ossigeno”. La Rivista del 2018, l’ultima nata, contiene interessanti approfondimenti di Pierangelo Frigerio e Beppe Galli su don Antonio Cominetti parroco di Taino e poeta, di Marco Tamborini sulla distilleria Rossi di Angera, di Giuseppe Armocida sul medico e letterato Paolo Maspero, di Enrico Fuselli sul contrabbando nel Varesotto nel 1915-18, di Gianni Pozzi sulla propaganda a Varese durante la Grande Guerra e di Pierluigi Piano su Domenico Bulferetti.