Come si propaga un incendio boschivo? Quali sono le condizioni favorevoli che lo possono alimentare e quali quelle sfavorevoli che lo possono contenere o addirittura arrestare?
Queste domande, e molte altre, hanno trovato risposta nella "conversazione" di sabato 21 aprile, tenuta presso la nostra sede dal Prof. Bruno Cerabolini, ordinario di Botanica Ambientale e Applicata dell'Università dell'Insubria.
Dal triangolo del fuoco, costituito da carburante, ossigeno e calore, dove basta l'assenza di uno solo di questi fattori per estinguere la fiamma, ai tipi di essenze arboree più i meno resistenti al fuoco.
E ancora un'analisi dell'andamento degli incendi nei vari continenti, dovuti a diverse cause, come le pratiche di debbio, o bruciatura delle stoppie, e di distruzione delle foreste per avere terreno coltivabile, soprattutto nelle aree depresse del globo.
Oppure la stagionalità degli incendi a seconda della latitudine. xxxCertamente i roghi del Campo dei Fiori dello scorso ottobre sono stati eccezionali, opera di piromani di sicuro. Si dovrà capire l'entità dei danni, aspettando fino a ottobre / novembre per decidere come e soprattutto cosa ripiantumare. Non conifere, tra le essenze più attaccabile dal fuoco, ma latifoglie autoctone, più idonee.
Quanto alle linee tagliafuoco, anche per queste ci vuole attenzione per evitare che da utili si trasformino in dannose perché orientate in modo da favorire il vento oppure perché esse stesse ricoperte da materiale infiammabile come erbe secche e arbusti.
Non sarà facile, soprattutto nella zona sopra Comerio e Barasso dove la distruzione delle piante è stata totale, mettendo quindi a rischio l'equilibrio idrogeologico del versante.
Si spera che i vari Enti preposti lavorino in sinergia per ripristinare il più possibile l'ecosistema, che già da solo cercherà di ripararsi, e per evitare che nella malaugurata ipotesi di un nuovo incendio, questo si propaghi senza controllo come la volta scorsa.