di Maria Rosa Bianchi
Ci sono persone che resteranno per sempre nella memoria collettiva per ciò che hanno saputo costruire per il bene comune. Sicuramente Giuseppe Zamberletti è una di queste.
Era un sacromontino doc, nato e vissuto nell'antico borgo dove la sua famiglia gestiva l'ex albergo Camponovo, fino a quando la carriera politica non lo portò a Roma.
Verrà per sempre ricordato come il padre fondatore della moderna Protezione Civile in Italia, e per l'impegno a favore della difesa del territorio e della politica della prevenzione.
Noi lo ricorderemo come un vero Amico, felice di accettare il nostro invito a presenziare, quale ospite d'onore, al tradizionale incontro per gli auguri di Natale il 13 dicembre 2014 o di aprire la stagione 2018 delle nostre "Conversazioni" lo scorso 7 aprile. In quelle occasioni, ha condiviso con noi i numerosissimi ricordi e aneddoti sul suo Sacro Monte, quando il borgo pullulava di turisti milanesi in villeggiatura, c'erano negozi, una filodrammatica, un asilo e una scuola elementare, un oratorio e una polisportiva, segno che la comunità dei residenti era numerosa e vivace. Poi, con la seconda guerra mondiale, i bombardamenti su Varese e su Milano in lontananza, a cui loro abitanti assistevano attoniti dal monte.
Quindi gli anni Cinquanta, con il ritorno dei turisti e gli alberghi pieni, e l'inizio del declino con la chiusura della tramvia e della funicolare.
Auspicava per il Sacro Monte una rinascita che passasse dalla riqualificazione dell'abitato, con una ristruttutazione omogenea dell'esistente, e dall'introduzione di servizi moderni e funzionanti che potessero attirare nuovi abitanti e fare rivivere il borgo.
Forse un'utopia. Noi ci auguriamo davvero che accada.