Istituito nel 1984 su idea e impulso del prof. Salvatore Furia, con l'intento di tutelare l'ambiente e il territorio ivi contenuti soprattutto da speculazioni edilizie che a quel tempo si profilavano all'orizzonte, il Parco Regionale Campo dei Fiori sorge a ridosso di un'area tra le più abitate della nostra zona.
Benché in origine la funzione dei parchi fosse appunto solo quella di tutela ambientale, le recenti direttive regionali prevedono che nella loro gestione si tenga conto del fatto che la popolazione ne deve fruire. Ecco quindi l'esigenza di creare reti ecologiche per trasformare il Parco da isola in sistema. La tutela delle biodiversità, lo studio dell'ambiente per capire come possa essere compatibile col fatto che la popolazione ne possa godere, sono diventati quindi una priorità.
Tutto ciò in aggiunta a un ritorno agli antichi convincimenti secondo cui i boschi debbano di nuovo essere manutenuti, soprattutto nell'ottica di prevenzione dagli incendi, visti i devastanti episodi dell'autunno 2017 al Campo dei Fiori e dell'inizio di quest'anno sulla Martica.
Dopo un lungo escursus sulla nascita, le caratteristiche e le funzioni del Parco, il relatore Giuseppe Barra, Architetto e Presidente dell'Ente dal 2010, ha fatto un puntuale resoconto sui danni provocati dagli incendi, sul coordinamento delle squadre di antincendio boschivo e sulle strategie messe in atto per una migliore gestione del territorio.
E' stato chiesto a Regione Lombardia di considerare alcune aree non più come boschive ma coltivabili: si cercherà di recuperare i prati magri, una volta molto diffusi, e le radure. Inoltre, verrà dato ancora più impulso alla coltivazione dei castagni, un tempo fonte di sostentamento per la popolazione, e ora riscoperta e rappresentata dalle selve castanili create tra Brinzio e Castello Cabiaglio. La speranza è che la conduzione dei boschi torni a essere una pratica diffusa, pur con tutte le difficoltà che oggi ciò comporterebbe.
Tra le attività che l'Ente Parco ha previsto di effettuare, compatibilmente con i fondi che riuscirà a ottenere, è prioritario l'arginamento del dissesto idrogeologico delle zone devastate dagli incendi, in particolare sopra Luvinate, Barasso e Comerio, e la creazione di bacini idrici di raccolta delle acque in vetta al Campo dei Fiori a cui attingere in caso di necessità.
La speranza è che, se non a un vero e proprio ritorno della gestione oculata del territorio che si aveva in passato, si ritorni presto a pratiche virtuose che considerino ovviamente le mutate esigenze della società ma siano soprattutto finalizzate a una tutela ragionata di tutto l'ecosistema della nostra provincia.
Senza dimenticare che ognuno di noi, nel suo piccolo, può dare il proprio contributo.