Il 9 Novembre 1923 nasceva Mons. Pasquale Macchi che dal 1980 al 1989 è stato Arciprete al Sacro Monte di Varese oltre che segretario particolare del Papa San Paolo VI e la figura emblematica che ha permesso il recupero del Viale delle Cappelle con il loro completo restauro . A lui gli Amici del Sacro Monte hanno dedicato la mostra, nel corridoio di ingresso dalla Piazzetta Paolo VI al santuario. Vi invitiamo a visitarla negli orari di apertura del santuario dalle 7:00 alle 18:00.
Da Villa Cagnola a S. Maria del Monte:
“È prematuro fare paragoni con Gazzada, qui c’è un diverso legame con Varese e iniziative di fede da organizzare con differenti modalità.
È ora di prepararsi al Giubileo 2025”
di Sergio Redaelli
A sessantacinque anni, don Eros Monti vive a S. Maria del Monte la prima esperienza da parroco e l’affronta con un misto di entusiasmo e curiosità. Viene da undici anni trascorsi alla guida di Villa Cagnola a Gazzada, la splendida struttura sede dell’Istituto Superiore di Studi Religiosi Beato Paolo VI e della collezione d’arte che appartenne al nobile Guido, un vero gioiello incastonato in un parco storico e dotata di una struttura di accoglienza per eventi religiosi e formativi, nonché alberghiera e ristorativa. Una gestione, la sua, molto apprezzata. Ma don Eros non si sente un prete-manager: “No, assolutamente - si schermisce - Per me essere ora qui al Sacro Monte è una grande e lieta novità. Dopo tanti incarichi specialistici finalmente ho la possibilità di stare vis a vis con le persone e di dedicarmi alla predicazione della parola, alle confessioni, ai battesimi, ai matrimoni, alle celebrazioni della piccola comunità cristiana a contatto con i gruppi e i pellegrini”.
Milanese, sacerdote dal 1986, don Eros frequentava il Varesotto da bambino, ad Agra, sulle alture del lago Maggiore dove la famiglia era sfollata durante la guerra. Seminarista a Saronno e a Venegono, è laureato in scienze economiche alla Cattolica di Milano e dottore della Pontificia Università Gregoriana, ha insegnato teologia morale nel seminario arcivescovile di Milano ed è stato vicario episcopale per la vita sociale della diocesi ambrosiana.
L'orizzonte largo del Mosè
La nuova destinazione lo affascina. Nessun rimpianto, come lamentavano alcuni arcipreti del passato, di chiese più affollate di fedeli con ampi oratori in cui dialogare con i giovani, con più attività confessionale di un piccolo e disagevole borgo montano: “Io qui mi trovo molto bene – ribadisce – Il santuario e le cappelle sono un luogo di grazia spirituale, un punto di riferimento per i fedeli e i pellegrini con un orizzonte largo come quello che si ammira dalla terrazza del Mosè. E poi c’è la presenza del monastero, delle monache che hanno contribuito a scrivere la storia di questo luogo straordinario”.